Paolo Minotti RTLu IV (3/1999). 519-522 519 Roberto Osculati, La teologia cristiana nel suo sviluppo storico. La teologia cristiana è un insieme complesso di fatti, di studi, di interpretazioni che appare ai più un mondo a parte, con un linguaggio peculiare, parallelo e diverso rispetto a quello filosofico, con riti di iniziazione propri e particolari e con una lontananza intrinseca dalla vita pratica. Per un laico, credente o no, che voglia addentrarsi in questo mondo la prima esperienza è certamente quella di una immotivata complessità, vista l’apparente semplicità e, comunque, la chiarezza evangelica del messaggio cristiano. Un approccio quindi disarmante anche se ha la fortuna di imbattersi in un testo scritto con linguaggio piano e accessibile, divulgativo quel tanto che basta a non scoraggiarlo. Il testo, se specialistico, o solamente centrato su un tema particolare, potrà svolgere il ruolo di mappa di una porzione di territorio, forse con qualche indicazione della morfologia delle regioni circostanti, ma se "esploratore" vuole avere una visione d’insieme del mondo in cui si sta addentrando, dovrà ricorrere ad una mappa più ampia, ad un compendio sistematico della teologia, anche se di livello divulgativo. Qui allora iniziano le difficoltà, perchè egli si troverà alle prese con la complessità determinata spesso dal sovrapporsi delle letture di uno stesso tema nel corso della storia, da una sorta di "deposito ", di stratificazione culturale in cui è difficile districarsi. Una storia della teologia, come di ogni altra forma della conoscenza o come la storia tout court, può essere letta attraverso molti filtri interpretativi: grandi nodi problematici, personaggi, eventi significativi (dispute, guerre di religione, concilii...), epoche storiche tradizionali o fasi evolutive specifiche... A cavallo tra il geologo che studia la conformazione del terreno e le forze che la determinano e l’archeologo che, in trincea, individua e interpreta i diversi strati leggendone contestualmente gli elementi storico-culturali affioranti, lo storico della teologia mostra i temi teologici e le problematiche che li determinano e li muovono, plasmandoli, segnala i protagonisti e insieme da ragione dell’evoluzione storica delle grandi questioni, rendendole più accessibili e vicine alla sensibilità dell’uomo contemporaneo che può così scorgerne i processi interni e sperabilmente comprendere che certe dispute, che ora appaiono astratte e bizantine, avevano (e hanno tuttora) rilevanza per la cultura occidentale. Il testo di Roberto Osculati si colloca nell’area della storia della teologia con il giusto equilibrio fra spessore culturale e approccio divulgativo e pare svolgere adeguatamente il ruolo di bussola e di guida in questo che risulta ancora per troppe persone, anche di notevole preparazione culturale, un "mondo a parte”. L’autore, ordinario di Storia del cristianesimo presso l’Università di Catania, con esperienza d’insegnamento nelle scuole medie superiori - fattore non indifferente per spiegare la capacità di divulgazione e l’approccio non rigidamente accademico e paludato per addetti ai lavori -, offre ai lettori un percorso originale che, utilizzando personaggi significativi dei vari periodi, in ordine cronologico e insieme sottolineando i grandi nodi problematici da essi trattati, introduce alla conoscenza del mondo della teologia cristiana. Nell’introduzione (voi. I, pp. 8-11) Osculati scrive: «Quest’opera vorrebbe dare un piccolo contributo ad un processo di conoscenza reciproca tra le scienze umanistiche e quelle teologiche e confessionali. Si propone di presentare la storia dei le idee cristiane con un metodo ed un linguaggio comprensibili a chi si è formato secondo i canoni della cultura letteraria, filosofica, artistica e storica e, molte volte, ha un’idea assai vaga ed artificiosa delle teologie cristiane. D’altra parte non si pretende di insegnare nulla ai teologi ecclesiastici sotto il profilo delle loro scelte religiose specifiche. Vorrebbe solo far vedere come i problemi e i valori intellettuali e morali di cui sono autorevoli ed eruditi custodi possano essere motivo non solo di una presa di coscienza storica, ma anche, si potrebbe dire, di un impegno evangelico e missionario... Si osservi che l’interesse per il passato è in realtà volto al presente e al futuro. Una coscienza storica evoluta rivela possibilità rimaste incompiute, tematiche che possono essere riprese, suggerimenti molto attuali. La conoscenza di un lungo percorso, ricco di passione e di tensioni mai placate, aiuterà ad allargare la propria idea del cristianesimo, a percepire un orizzonte molto vasto, a liberarsi dal pericolo di assolutizzarne una delle tante forme storiche, come se da sola rappresentasse la fisionomia definitiva dell’evangelo»1. A partire da questa stimolante ed equilibrata prospettiva, l’opera si presenta in due agili volumi organizzati in sei parti:
Ogni sezione è corredata da una scheda con gli strumenti bibliografici per approfondirne i contenuti. Ogni capitolo, (sono in tutto 41) è poi introdotto da una sorta di scheda sulle fonti e, immediatamente, sugli studi relativi a ciascuna di esse. L’apparato didascalico è notevole e, insieme, pratico per una consultazione efficace e mirata. Lo sviluppo della trattazione è centrato sui personaggi che hanno costruito la storia bimillenaria della riflessione teologica cristiana; i capitoli infatti sono articolati su un percorso diacronico e raggruppano personalità diverse: non solo teologi tradizionalmente collocati tra gli specialisti in materia, ma anche mistici, letterati, filosofi. Un percorso, insomma, "laico", che non è assente anche in altre opere di storia della teologia, ma che nei volumi di Osculati è particolarmente ricco e curato, annoverando tra i protagonisti della riflessione sul messaggio di Cristo l’Alighieri, il Petrarca, il Boccaccio, Savonarola, Giansenio, Manzoni, Kierkegaard, Nietzsche, Schweitzer, Dostoevskij, Tolstoj e Bergson. La teologia cristiana è infatti qualcosa di più ampio della ricerca specialistica strettamente intraecclesiale, legata ad una o all’altra delle diverse confessioni sviluppatesi per separazioni progressive nel corso della storia. Uno dei pregi di questo lavoro è proprio la sua cattolicità nel senso di un ‘apertura universale che appunto non preclude ma include tutto ciò che ha segnato un passo in avanti nella riflessione dell’uomo su Dio. In questa ottica si consideri la trattazione di personaggi come Buonaiuti, Deledda, Bernanos, Mauriac, Silone, Drewermann, Gutierrez o si leggano i paragrafi sulla teologia negro e asiatica e su quella femminile. Alcuni di questi autori e temi sono già da tempo terreno di studio degli addetti ai lavori di ogni confessione, ma farne argomento di alta divulgazione non è opzione comune: Osculati si è mosso esattamente in questa direzione. Una domanda un po’ maliziosa sorge spontanea: perché non vengono citati teologi italiani contemporanei? Non c’è proprio nessuno che possa confrontarsi con Küng o Drewermann? Manca forse quella distanza critica necessaria? La risposta ai lettori, che proseguiranno l’esplorazione e vorranno documentarsi anche sulla produzione teologica in lingua italiana, e, ci auguriamo, all’autore stesso, magari in un ulteriore volume, che giunga a completamento dei due sinora pubblicati e tratti, più approfonditamente di quanto fatto sinora, gli sviluppi attuali della teologia, alle soglie del III millennio. Chi cercasse in quest’opera una completezza ed una minuziosità enciclopedi-che resterebbe deluso nelle sue attese: la sinteticità si accompagna, però. alla chiarezza e alla accessibilità del linguaggio, senza banalizzazioni o concessioni alla bassa divulgazione. Non è un bigino e neppure ha il respiro di una monumentale storia della teologia in molti volumi: in questo proporsi come via media, dando ragione dei processi della ricerca teologica, sta il pregio fondamentale di quest’opera. E certo non si tratta di poca cosa. |